” VAI IN CAPO AL MONDO ”
Buongiorno, eccoci a una storia che richiede una premessa ; in questa storia non ci sono tasselli o compagnie della spinta ma normali motociclette turistiche e riflessioni spontanee sulla vastità degli orizzonti, la lunghezza dei chilometri, la pendenza delle salite e l’affidabilità delle moto.
Un bel giorno d’estate, parlando del più e del meno, il termine, per noi quasi sconosciuto, ” mototurismo ” fece capolino nei nostri pensieri e si cominciò così a discutere il modo per concretizzare il termine.
Motocicli disponibili : Moto Guzzi Stornello e MV 125 TR dormiente da anni in una cantina. Stornello in splendida forma, MV bisognosa di qualche cura, eseguite le quali, il meccanico rassicura : tranquillo ” VAI IN CAPO AL MONDO “.
Stornello già attrezzato di supporti bagaglio, MV da dotare di portapacchi atto al fissaggio di un capace zaino modello truppe alpine. Durante l’ultima verifica e collaudo, un preoccupante rumore proveniente dalla testa MV consigliò una verifica, amara sorpresa, rottura di una bronzina bilanciere valvola, con un po’ di pratica e l’assistenza di un tornitore tutto torna a posto.
Dopo le canoniche discussioni su medie, percorso e prenotazione pernottamenti, presso notissima catena alberghiera con suite ” e per tetto un cielo di stelle” si parte con un illogico orario h 19.00 !!! via, secondo i canoni del buon mototurista utilizzando 3/4 della potenza, direzione : Agrate, Melzo via Emilia, Piacenza, Parma, ect. ect..
Prima sosta Agrate, il serbatoio non pulito riempie il carburatore di sporcizia : smontaggio totale, pulizia e applicazione di un proverbiale filtro carburante esterno. Via si riparte tutto liscio fino ai sobborghi di Parma, qui dopo aver tolto dal someggiato Stornello il necessario per preparare un caffè, veniamo redarguiti dalla polstrada a causa del luogo prescelto ; era un distributore di benzina. sic.
Ripartenza, imbocchiamo la statale della Cisa ed al relativo bivio deviazione per Passo Cento Croci, poco dopo primi scoppiettii al motore MV imputiamo il tutto allo sforzo della salita per cui accediamo alla famosa catena alberghiera per il meritato riposo.
Dopo circa due ore ci sveglia un vago odore di bruciaticcio proveniente dalla solita MV, falso contatto surriscaldamento della bobina, bruciatura contatti e condensatore. Borsa attrezzi e buona volontà e si può ripartire.
Bellissima la discesa che porta fino alla Costa Ligure un po’ meno bella la salita che ci porta a La Spezia dove incrociando le ruote con un ciclista super allenato rimediamo una figuraccia. Dopo La Spezia proseguiamo fino a Viareggio con l’intenzione di pernottare nella mitica pineta, la vista di due grossi topi ci sconsiglia il pernottamento per cui via sulla statale direzione Aulla.
Dopo aver dormito in uno spiazzo rivelatosi poi un luogo per amori mercenari imbocchiamo la statale del Cerreto il cui relativo passo ci permette, dopo splendidi panorami, di raggiungere Reggio Emilia non prima riaver effettuato un robusto tagliando alla solita MV con contorno di moccoli vari.
Sulla strada del ritorno, percorrendo l’ultima salita di Peregallo – Lesmo – Casatenovo, forse a causa dell’aria casalinga la mitica MV sfodera gli artigli con prestazioni eccezionali come se nel motore si fossero installati il reparto corse e le maestranze al completo di commissione interna, lo Stornello da brava e pacata Guzzi si gode sbalordita lo spettacolo.
Dopo un certo numero di anni con un numero spropositato di cilindri,cm cubi, cavalli, valvole e alberi a camme partendo alle h 23.00 di un giorno d’estate il mattino dopo, da buon marinaio, alle h 05.20 ammiro lo spettacolo del ponte girevole di Taranto con relativo passaggio di unità militare ( nave Audace ) ora, tirando in ballo la relatività, senza scomodare Einstein, i chilometri, le salite ma sopratutto il tenore di appagamento del mototurismo è relativo al numero di cavalli che si ha a disposizione ? Ai posteri l’ardua sentenza.
Saluti e alla prossima
R.D.